Apnee notturne, sintomi e rischi: patologie delle vie aeree e innovazioni diagnostiche e chirurgiche dell’otorinolaringoiatria.
L’approfondimento con lo specialista, il dottor Mario Mattaroccia della casa di cura Ini Città Bianca di Veroli.
L’ambulatorio di otorinolaringoiatria della casa di cura INI Città Bianca si arricchisce di nuovi servizi, al passo con i cambiamenti di una branca che negli anni ha visto molti sviluppi. La clinica di Veroli, infatti, ha riorganizzato l’ambulatorio e, oltre alle visite di otorinolaringoiatria di base, offre un servizio di diagnostica attraverso strumenti di ultima generazione per individuare eventuali patologie delle prime vie aeree, come deviazioni, difficoltà respiratorie o sinusiti e tecniche chirurgiche innovative. Oltre ai classici disturbi che interessano naso, gola, laringe, faringe e orecchio, l’ambulatorio, inoltre, si occupa oggi anche di diagnosi e cura di una patologia che è sempre più diffusa, ma di cui spesso il paziente stesso non si rende conto di soffrire. Si tratta dell’apnea notturna, una condizione caratterizzata da pause nella respirazione durante il sonno. Sulle nuove tecniche di otorinolaringoiatria e su sintomi, effetti e cura dell’apnea notturna presenta un approfondimento il dottor Mario Mattaroccia.
Dottor Mattaroccia, la sua è una branca che nel corso degli anni ha visto importanti innovazioni. Può fare un esempio delle nuove tecniche utilizzate?
Una nuova tecnica molto importante riguarda le sinusiti. Si esegue un intervento con l’utilizzo di fibre ottiche, si chiama Fes (funcional endoscopy sinus surgery). Questa procedura permette di intervenire nei seni paranasali con un’endoscopia. Quindi, come nella chirurgia generale, anche noi usiamo le fibre ottiche per entrare nel naso, non soltanto a scopo diagnostico ma anche per interventi. Oggi tutte le patologie che riguardano il naso e i seni paranasali, come sinusiti o polipi, possono essere risolte con interventi ambulatoriali o con interventi in anestesia generale che durano uno o due ore e permettono dimissioni immediate.
Cosa si intende per apnea notturna?
L’apnea notturna viene trattata da diversi specialisti, come lo pneumologo o il neurologo, ma in una buona percentuale dei casi questo disturbo deriva da un’ostruzione delle vie aeree. Si parla infatti di Osas, cioè Obstructive sleep apnea syndrome. Si tratta di una patologia in aumento, che ha un risvolto anche sociale. Si pensi, per esempio, che ha anche un valore medico legale perché se chi ne soffre guida l’autobus o il camion è costretto, così come chi ha l’obbligo delle lenti o delle protesi acustiche, a utilizzare un Cpap, (acronimo di Continuous positive airway pressure, che si traduce con pressione positiva continua delle vie aeree, ndr), cioè un apparecchio che manda ossigeno a permanenza di notte.
Ci si accorge facilmente di soffrire di apnea notturna? E come viene diagnosticata?
Purtroppo no, crea problemi a molte persone che neanche sanno di averla. Per capire se si soffre di apnea notturna il primo step è un semplice consulto diagnostico, durante il quale il paziente risponde a delle domande. Esiste un indice, che si chiama indice di Apgar, che permette di individuare quanto è grave l’apnea e se, quindi, è il caso di procedere con esami specifici come la polisonnografia.
Quali sono i sintomi?
Molte persone chiedono un consulto magari perché russano, ma spesso la roncopatia, cioè il russamento, non è il problema in sé ma la prima fase dell’apnea. Altri sintomi sono i risvegli notturni, la stanchezza al risveglio, la difficoltà a rimanere svegli, ad esempio, mentre si guarda la Tv o mentre si è in auto. Sono tutti indici che fanno capire che c’è un’ipossia notturna, cioè una difficoltà di respirazione e di ossigenazione
Come viene eseguita la polisonnografia?
Esistono diversi strumenti per effettuare la polisonnografia. Lo pneumologo utilizza uno apparecchio collegato tra il naso, il torace e la pancia. Noi otorini utilizziamo invece uno strumento, che si chiama watchpat, una sorta di orologio che si mette al polso, con un device che si mette al dito, che permette di fare un esame molto più semplice dando le stesse indicazioni degli altri tipi di polisonnografia. Il polisonnigrafo riesce a mettere in evidenza il grado di apnea, la severità e quindi cosa si rischia.
Quali sono le conseguenze dell’apnea notturna?
Individuare questa patologia è di importanza fondamentale anche per prevenire le malattie cardiovascolari. Per esempio, la prima causa di ipertensione è l’apnea perché c’è un’ostruzione, che causa una ipoossigenazione e quindi un’ipertensione.
Come si interviene nei casi più importanti?
Per studiare l’apnea notturna fondamentalmente si fanno tre cose importanti: la visita con endoscopia nasale, il test di Muller, che si esegue inserendo una fibra ottica dal naso che permette di verificare se ci sono ostruzioni alla gola e in più, se si ravvede con la polisonnografia e con il test di Muller che c’è un’apnea importante, si porta il paziente in sala operatoria. Si procede con la moderna tecnica della sleep endoscopy, ossia si addormenta il paziente, si aspetta che vada in apnea, e registrata quest’ultima si individua la sede che la causa. In sala operatoria viene dunque effettuata una diagnosi di sede e quindi si procede direttamente con un eventuale intervento, addormentando meglio il paziente.
(da intervista di Arianna Castaldi per Ciociaria Oggi)