La partita di calcetto, i racchettoni sulla spiaggia, il torneo di paddle. Stiamo parlando degli atleti ‘della domenica’, che richiedono, pericolosamente, ai propri muscoli sforzi a cui non sono abituati. A farne le spese, spesso, sono i menischi. E con il tempo la situazione degenera dovendo ricorrere alla chirurgia artroscopica. Che può essere affrontata con grande serenità. Ne è assolutamente certo Giorgio Bove, Aiuto Primario del Reparto di Chirurgia Ortopedica all’INI di Grottaferrata, che spiega in cosa consiste questa tecnica mini invasiva.
Artroscopia del ginocchio, un intervento solo per pazienti giovani e sportivi?
“Non direi. Eseguiamo questa tecnica chirurgia artroscopia non solo a chi ha subito piccoli traumi ma anche a pazienti anziani che hanno usurato le cartilagini meniscali nel tempo e che possono andare incontro a delle lesioni dolorose anche senza un trauma o una distorsione evidente. In questo caso si procede con l’artroscopia per correggere le lesioni meniscali di carattere degenerativo e non traumatico e consentire al paziente di riprendere una buona qualità di vita. Questi pazienti, è bene dirlo, con il tempo potrebbero andare incontro ad un intervento di protesi di ginocchio in quanto la cartilagine si è consumata. Abbiamo quindi due scenari: il giovane sportivo che subisce un trauma e un ‘giovane’ anziano o un anziano che per via dell’usura e non per un trauma, ha consumato questi cuscinetti, questi armonizzatori, che sono i menischi. L’artroscopia permette una visone accurata di tutto il comparto del ginocchio e quindi una valutazione funzionale della biomeccanica. Individuate le lesioni meniscali o legamentose si procede alla riparazione.”
Chi è un ‘giovane’ anziano?
“Vedo tanti giovani anziani e cioè pazienti dai 60 ai 75 anni, uomini spesso in pensione, che sono sportivi attivi. Amano la corsa, andare in bicicletta e fare lunghe passeggiate. Le giovani donne anziane, al contrario, fanno molta poca attività fisica.”
Una tecnica mini invasiva dai recuperi rapidi
“I tempi di recupero dipendono dal caso e dalla lesione. In un giovane, sportivo o meno, la riabilitazione e il recupero posso durare dalle 2 settimane ai 30 giorni. Stessa cosa per l’anziano. Si comincia a camminare da subito e subito si inizia la fisioterapia. Non essendo l’artroscopia una tecnica invasiva il recupero è rapido, ci sono solo due piccole incisioni in punti dove non ci sono muscoli o tendini. L’intervento dura 15/20 minuti, senza sangue e con il paziente sveglio. Infatti, è in anestesia locale, basta una piccola infiltrazione di anestetico sugli accessi artroscopici.”
Trattamento cuscinetto che allontana la protesi
È vero in parte. Perché la protesi viene applicata quando c’è un danno alla cartilagine che riveste il ginocchio. Pensiamo ad un asfalto con le buche. Con l’artroscopia non è possibile riparare le buche. Possiamo, però, fare una pulizia del ginocchio che permette un rallentamento del processo degenerativo dell’artrosi. Allunghiamo i tempi. Ma se c’è un danno, evidente, alla cartilagine articolare il paziente andrà incontro, al 50 per cento, alla protesi.”
INI Centro di eccellenza
“La tecnica artroscopia è un trattamento ambulatoriale. I pazienti vengono una prima volta per gli esami del sangue e poi si presentano il giorno dell’intervento: alle ore 7 sono in INI e alle ore 11 ritornano casa. Essendo un intervento in day hospital, la riabilitazione viene fatta nel nostro centro fisioterapico, altro fiore all’occhiello dell’INI, dove il paziente è seguito, con programmi specifici, in piena continuità assistenziale con il nostro reparto di Ortopedia. Dopo l’intervento teniamo i nostri pazienti sotto controllo, ogni settimana, per 5 settimane. La medicazione dopo 7 giorni e dopo due settimane si tolgono i punti. Nelle restanti tre settimane si procede con una cura infiltrativa a base di acido ialuronico. Ovviamente teniamo sotto controllo anche la mobilizzazione del ginocchio e il dolore.”