L’INI di Grottaferrata ha studiato percorsi di diagnosi per la cura post contagio dei pazienti che hanno contratto il virus.
Il percorso di cura non termina con la negativizzazione del tampone, ma è fondamentale uno screening per individuare e trattare in modo adeguato le eventuali patologie lasciate dal virus.
Ne abbiamo parlato con il Dott. Francesco Ricci, noto medico di base di Grottaferrata, che ha contratto il virus “sul campo” nella fase più acuta dell’epidemia e ci ha raccontato la sua esperienza e l’importanza di non sottovalutare questa fase per chi ha contratto il virus.
Dottor Ricci, come inizia la sua esperienza con il Covid? Come ha scoperto di essere stato contagiato?
Nell prime settimane di Marzo, in piena fase di emergenza per il Covid – 19, nonostante l’impiego di tutte le misure di prevenzione e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, come molti altri miei colleghi in Italia, ho contratto il virus, durante l’esercizio della mia professione. Credo di essere entrato in contatto con una persona asintomatica o con lieve sintomatologia che si è recata nel mio studio per fare una visita. Abbiamo ipotizzato che il contagio possa essere stato per via oculare.
E così scopre di aver contratto il virus. Qual è stato il percorso clinico che ha attraversato? ce lo può raccontare?
Inizialmente, ho avuto sintomi molto lievi, una leggera tosse, ma dopo un giorno purtroppo la temperatura ha iniziato a salire e sono dovuto stare a letto con la febbre a 38. Il giorno successivo la febbre è scomparsa, così ho pensato di essere fuori pericolo. Sono rimasto a casa in isolamento monitorando temperatura e saturazione dell’ossigeno.
Grazie al saturimetro, strumento che consiglio a tutti di avere dentro casa, ho notato che, all’improvviso, la saturazione scendeva drasticamente, nonostante l’assenza di uno stato febbrile e la diminuzione della tosse: questo è stato il campanello d’allarme. Dopo il tampone risultato positivo e la Tac al torace mi è stata diagnosticata una polmonite interstiziale bilaterale con infezione da Covid-19 e da quel momento è iniziato il ricovero e il mio percorso ospedaliero: la prima settimana, molto dura, con il casco CPAP che abbiamo imparato a conoscere dalle immagini dei TG, la seconda meno pesante da un punto di vista fisico, ma difficile psicologicamente, isolato e lontano dagli affetti.
Colgo l’occasione per ringraziare i medici gli infermieri e tutti gli operatori sanitari per quello che hanno fatto, non solo lì, ma in tutta Italia perché si sono distinti per la professionalità e la dedizione al proprio lavoro nel contrastare la diffusione del virus.
Quando si è negativizzato e come sta oggi? Quali segni ha lasciato il virus in lui e quali segni lascia nei pazienti?
Dopo due settimane, dato che avevo ripreso a respirare autonomamente, al secondo tampone negativo, sono potuto tornare a casa, ma per precauzione, ho mantenuto l’isolamento domiciliare, anche rispetto ai miei familiari. Meglio sempre essere cauti.
La degenza, purtroppo, non è per nulla facile, perché il virus, soprattutto per chi, come me, ha contratto la forma più aggressiva, lascia dei segni. Diversi studi, tra cui uno condotto dalla Società Italiana di Pneumologia, in base ai primi follow-up, ritengono che l’infezione potrebbe infatti lasciare strascichi a lungo termine sulla funzionalità respiratoria in circa il 30% dei casi, talvolta potrebbe rimanere compromessa in modo irreversibile, soprattutto nei pazienti usciti dalla terapia intensiva. Infatti i polmoni di chi si è ammalato rimangono debilitati a lungo (dai 6 ai 12 mesi), o addirittura per sempre a causa delle fibrosi. Sono state riscontrate anche difficoltà motoria, senso di spossatezza e affaticamento quasi invalidanti, soprattutto nelle prime settimane. Potrebbero esserci anche delle compromissioni a livello neurologico, dei reni e del fegato. Sul versante psicologico invece, per me che ci sono passato, capisco come sia facile incombere in uno stato depressivo, anche reattivo all’esperienza vissuta, sia per l’isolamento, ma soprattutto per il ricovero.
Alla luce di questo, come si affronta il post Covid?
Come medico mi sento di consigliare vivamente a chi avesse contratto il Covid 19, di effettuare dei controlli. Al Gruppo Ini, nella struttura di Grottaferrata, hanno creato 2 percorsi ad hoc proprio per chi si trova nella fase post Covid. Nel percorso completo viene eseguita una Visita Pneumologica con spirometria globale che permette di misurare, oltre che della quantità di aria che il paziente mobilizza con l’atto respiratorio, anche la quota di aria che rimane nei nostri polmoni dopo un’espirazione massimale e viene effettuata la diffusione alveolo capillare del CO (DLCO) per individuare un eventuale deficit di capacità di trasferimento dell’ossigeno ai tessuti. Viene svolta l’EMOGAS analisi, un gruppo di test eseguiti insieme per misurare il pH e la concentrazione di ossigeno (O2) ed anidride carbonica (CO2) presenti nel campione di sangue, di solito arterioso, per valutare la funzionalità polmonare. Viene anche effettuata un TC torace ad alta risoluzione senza mezzo di contrasto fondamentale per valutare eventuali danni prodotti dal virus ai polmoni. Consiglio anche il percorso base, con analisi di laboratorio mirate, tra cui l’Emogas analisi, la Visita Cardiologica e l’Elettrocardiogramma per valutare lo stato del cuore.
Ciò che mi ha fatto decisamente piacere è vedere con quale attenzione vengono svolte le visite al Gruppo Ini. Oltre alla misurazione della temperatura sia in entrata, che in uscita ed ovviamente l’obbligo della mascherina per chiunque entri in struttura, sono stati istallati numerosi dispenser con gel igienizzante. Hanno anche creato dei percorsi con segnaletica che permettono di evitare il più possibile assembramenti e l’incontro con le altre persone. Anche le visite vengono svolte con particolare cura e nel rispetto delle distanze (ove possibile) e con tutti i dispositivi di protezione individuale. Anche l’ambiente è stato accuratamente sanificato prima e dopo il mio ingresso.
Diagnosi di base:
- Analisi di laboratorio
- EMOGAS Analisi
- Visita Cardiologica
- ECG
Diagnosi completa:
- Visita Pneumologica e spirometria Globale
- Diffusione alveolo capillare del monossido di carbonio (DLCO)
- EMOGAS Analisi
- Visita Cardiologica
- ECG
- ECO cardiogramma
- TC Torace ALTA RISOLUZIONE
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