Ernia del disco: una malattia molto dolorosa e invalidante. E soprattutto frequente.
E quando riposo, fisioterapia e antidolorifici non bastano? A questa domanda risponde Gabriele Bove, Ortopedico INI Grottaferrata, facendo chiarezza su metodiche di intervento spesso risolutive e decisamente poco invasive.
Ernia del disco, se ne sente sempre parlare, ma di cosa si tratta ?
A livello della colonna le protrusioni discali, o piccole ernie del disco, sono quelle patologie dove una porzione del disco intervertebrale protrude e contatta il nervo, che si trova alla periferia del disco, infiammandolo. Il nervo, quando si infiamma, trasmette il fastidio e quindi i sintomi nel territorio di appartenenza come il nervo sciatico. E’ una patologia data dalla pressione del disco. Immaginiamo un cuscino che quando ci si siede sopra, si ‘sfiacca’ aumentando la pressione ai bordi. Stessa cosa, se uno ha fatto uno sforzo importante o ha una degenerazione del disco, questo si ‘sfiacca’ e contatta il nervo comprimendolo. L’intervento di ernia del disco si esegue in anestesia locale e si usa un ago di 1,5 millimetri. L’ago viene introdotto all’interno del disco, e, grazie a un apparecchio motorizzato, si aspira il contenuto producendo una decompressione. Non si toglie via l’ernia, che rimane visibile, si toglie la pressione.
E quando, oltre all’ernia ci sono altre patologie associate?
C’è un fattore importante da non trascurare: le patologie della colonna non sono isolate. Si può avere una protrusione discale ma anche un pregresso crollo vertebrale o una stenosi. Difficilmente il paziente si presenta con una sola problematica, spesso un determinato sintomo si presenta per effetto di sommazione con altre patologie. In casi articolati e complessi, l’intervento è sulla problematica più acuta, ed è un valido approccio terapeutico. L’alternativa, molto più invasiva è aprire la colonna.
E’ un intervento molto richiesto ?
All’INI di Grottaferrata eseguiamo circa 200 interventi l’anno, quindi 5/6 a settimana. Numeri davvero importanti.
Ci sono limiti ?
Il limite è l’ernia espulsa. Che è il grado maggiore della patologia. Addirittura è una controindicazione. L’ernia espulsa deve essere rimossa con tecniche più invasive.
Il paziente tipo affetto da ernia del disco
Non c’è un paziente tipo. Si va dal 20enne all’80enne. E’ un fenomeno in crescita in relazione all’aumento delle attività fisiche sia sportive che lavorative. Il paziente tipo è quello che fa lavori manuali pesanti come camionisti, muratori, magazzinieri. Le donne delle pulizie, ad esempio, sono davvero tante. Mi riferisco alle pulizie domestiche, perché quelle industriali vengono eseguite con strumenti adatti. Stessa cosa per tutto ciò che grava sulla colonna come spesa e bambini in braccio.
E per quanto riguarda l’attività sportiva ?
Fa bene fare attività sportiva se si fa ‘bene’. E’ importante conoscere la giusta tecnica che deve essere insegnata da un professionista. Ad esempio la corsa: sembra un’attività così semplice, ma non basta portare un piede avanti all’altro e farlo più veloce del normale per eseguirla correttamente. Attività sportive fatte male portano danni non solo alla colonna vertebrale ma anche al ginocchio.
Per approfondimenti potete mettervi in contatto con il reparto di chirurgia ortopedica INI Grottaferrata tramite il CUP del Gruppo INI o chiamando il numero 06.94285481
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