Da poche settimane è in funzione presso la struttura una cabina pletismografica, ausilio avveniristico che consente di valutare la funzionalità polmonare totale di un paziente e tutti i parametri della sfera pneumologica consentendo interventi tempestivi ed efficaci
Parla il dr. Luca Scarsella, responsabile dell’ambulatorio di pneumologia di Città Bianca di Veroli, Gruppo INI
Le malattie respiratorie hanno una grande incidenza sulla mortalità mondiale. Si pensi infatti, che ad oggi, questo tipo di patologie rappresenta la terza causa per cui si muore nel mondo. L’aspetto più preoccupante è che non siamo ancora arrivati all’apice visto che gli studi dicono che nel 2040 saranno seconde solo alle malattie cerebrovascolari. L’INI Città Bianca di Veroli mette questa patologia al centro dell’attenzione e dall’inizio di luglio he reso disponibile una cabina pletismografica che va a completare l’ambulatorio di pneumologia e di fisiopatologia respiratoria per lo studio delle malattie respiratorie.
Il responsabile del reparto R1 nucleo intensivo e della Rsa e ambulatorio di pneumologia è il dr. Luca Scarsella che già dal febbraio 2002 è medico della riabilitazione cardiorespiratoria e dell’ambulatorio di pneumologia della struttura. La cabina pletismografica è un ausilio di grande importanza per l’ambulatorio di pneumologia perché è «in grado di valutare la funzionalità polmonare totale di un paziente e riesce ad evidenziare i volumi statici del polmone come il volume residuo, la capacità funzionale residua, il volume totale gassoso contenuto in entrambi i polmoni, le resistenze delle vie aeree, la capacità di scambio della membrana alveolo capillare, nonché tutti i parametri che spesso possiamo trovare compromessi o alterati nelle malattie ostruttive, restrittive e parenchimali polmonari» spiega il dr. Scarsella.
La tecnica pletismografica consente ovviamente di valutare i risultati di trattamenti farmacologici e/o chirurgici sul polmone, controllare nel tempo l’andamento delle terapie, valutare e quantizzare i danni sul polmone provocati per esempio «dal fumo di sigaretta, da malattie interstiziali, da enfisema e BPCO e da cardiomiopatie, compreso lo scompenso cardiaco» dice il dr. Scarsella.
L’esame è molto semplice. Il paziente siede nella cabina ed «esegue delle manovre respiratorie che il medico gli suggerisce tramite un microfono interno». L’esame in sé non comporta delle vere e proprie controindicazioni, ma a seconda del paziente si possono verificare disturbi claustrofobici. Inoltre, in caso di interventi complicati su torace o cuore, la pletismografia è un valido aiuto perché permette di valutare gli effetti dei trattamenti radianti. Questa tecnica è altamente specialistica e per questo richiede l’intervento di un personale medico specializzato in materia.
All’indomani della pandemia questo strumento acquista ancora una maggiore importanza. Permette infatti di essere utilizzato ad ampio spettro non solo su soggetti con le classiche patologie polmonari, ma conclude il dr. Scarsella «anche su tutti quelle persone che hanno contratto la Sars Covid-19 e che presentano dei residui sui loro polmoni già compromessi da abitudini tabagiche e dall’inquinamento aeroambientale».