Quel dolore alla schiena che non passa mai. Sopportabile, in fondo, ma costante. E sebbene il caldo sia un grande e prezioso alleato, ci segue anche in vacanza
E la colpa è sempre del lavoro, della spesa, del materasso, del calcetto, dell’aria condizionata e dell’età che avanza. Un ‘acciacco’ da sopportare. Tanto non ci si può fare nulla. Ma poi il dolore aumenta. E i farmaci non bastano. «Non capirò mai – spiega Gilberto Grossi responsabile dell’ambulatorio di neurochirurgia del Gruppo INI – perché tanta gente sopporta il mal di schiena per anni prima di rivolgersi ad uno specialista. È un dolore da non sottovalutare perché quando il danno è già molto avanzato, potrebbe essere necessaria una terapia chirurgica. Eppure una cura preventiva c’è ed è molto semplice: una buona Igiene Posturale. Una ‘soluzione’ che non è poi così noiosa come spesso viene dipinta. Una preziosa regola di prevenzione da mettere tra i buoni propositi al ritorno dall’estate».
Quando prenotare una visita neurochirurgica?
Bisogna pensare a una visita specialistica quando l’automedicazione, purtroppo molto diffusa, o le prescrizioni del medico non risolvono il problema. Particolare attenzione quando la patologia tende a ripetersi o a cronicizzarsi e non risponde più alle solite cure. Infine, quando subentrano deficit funzionali.
Come si svolge la visita?
Si esegue un esame clinico neurologico, si esamina la documentazione strumentale disponibile e, se necessario, si richiede un’integrazione diagnostica. A volte, individuo il disturbo del paziente, mentre entra in studio. Mi basta vederlo muoversi. Una corretta Igiene Posturale non è una banalità. I problemi alla colonna vertebrale vanno affrontati molto prima della comparsa di un dolore intenso e continuo.
Quando è necessario ricorrere alla chirurgia vertebrale?
La chirurgia vertebrale diventa necessaria quando il dolore o il disturbo funzionale non traggono beneficio dalle terapie conservative: farmacologiche, fisioterapiche, infiltrative.
In cosa consiste l’intervento?
Ci sono diversi tipi di intervento a seconda della gravità del caso. Oggi si tende a privilegiare, dove possibile, i trattamenti percutanei e mininvasivi che spesso danno risultati sorprendenti.
Quali sono i rischi dell’intervento?
A parte i rischi anestesiologici, spesso legati all’età, considerando che buona parte delle patologie che trattiamo sono di tipo degenerativo, i rischi d’infezione sono modestissimi. Anche il rischio che il danno neurologico peggiori è molto basso. A volte, possono verificarsi problemi meccanici legati alla necessità di impianti protesici, ma anche questi sono casi rari. Il rischio maggiore, è importante sottolinearlo, è quello di tergiversare troppo e arrivare all’intervento quando il danno neurologico è troppo avanzato e irreparabile.
Quali sono i tempi di degenza?
La degenza chirurgica è, solitamente, di circa 2-3 giorni e la mobilizzazione è precoce, in genere il giorno dopo l’intervento. All’INI, il nostro gruppo di lavoro, propone un percorso post-operatorio, in regime di ricovero di circa 2 settimane, volto a impostare un training di Igiene Posturale per insegnare come muoversi correttamente. Un training essenziale sia per gli anziani, che vengono dimessi con un migliore grado di autonomia, sia per i giovani, che in genere sono più esuberanti e vanno “limitati”. Questa filosofia ci sta regalando molte soddisfazioni da parte dei pazienti.
È un intervento molto doloroso?
Direi di no. Le terapie infusionali post-operatorie funzionano benissimo.
La fase post operatoria e riabilitativa
È la fase determinante dell’intero percorso. Dico sempre ai miei pazienti che è più importante cosa fare dopo l’intervento che l’intervento stesso. E per ‘fare’ mi riferisco, in particolare, alla fisioterapia.
L’intervento è risolutivo per ‘togliere’ il dolore?
Il buon risultato dell’intervento, compresa la remissione del dolore, è legato – lo ripeto ancora una volta – all’osservazione attenta e costante del percorso di rimodulazione della postura.