Nei, quando preoccuparsi
La prevenzione è fondamentale per la pelle e la prevenzione del melanoma
La pelle è un organo e come tale è importante controllarla periodicamente. Sapere, se ci sono i nei, quando preoccuparsi, o quando non serve allarmismo è fondamentale.. ‘Macchie’ spesso sottovalutate di cui ci preoccupiamo solo quando qualcosa non va. Se parlare di prevenzione vale per tutti gli ambiti medici è particolarmente vero per quanto riguarda i nei. Effettuare una visita dermatologica di controllo è, quindi, davvero importante. Un invito che Francesca Bruni, dermatologa dell’INI di Grottaferrata, suggerisce di mettere in agenda, il prima possibile, alla luce dell’aumento dei tumori della pelle a causa del sole e di una scarsa prevenzione.
Da che età bisogna iniziare a controllare i nei?
E’ una domanda che mi sento rivolgere spesso. E la risposta è sempre la stessa: non c’è una età. E questo vale anche per i bambini piccoli. Quando ci sono dei nei è necessario farli valutare dallo specialista per capire che tipo di nei sono. In base alla visita, il dermatologo dirà al paziente ogni quanto fare un controllo. Di solito una volta ogni 12 mesi, se non ci sono particolari problemi.
Quando mettere in agenda la visita di controllo?
L’ideale è prenotare la visita prima dell’estate, quando la pelle non è ancora abbronzata e soprattutto non ci si è ancora esposti ai raggi solari perché il sole potrebbe accelerare eventuali cambiamenti negativi del neo.
Chi ha più nei deve controllarsi di più?
Bisogna controllarsi e soprattutto prenotare una prima visita se non la si è mai fatta. A prescindere dal numero di nei sulla pelle. E’ vero che ci sono persone che hanno tanti nei, ma spesso sono palesemente benigni. Altre, al contrario, ne hanno molti di meno ma, magari, più a rischio.
Ci sono punti del corpo dove non ci sono nei?
Assolutamente no. I nei possono nascere ovunque, anche nelle mucose o nell’occhio. Per questo, durante la visita, chiedo al paziente se il parrucchiere e il barbiere hanno mai segnalato la presenza di un neo sul cuoio capelluto. Così per la zona genitale, chiedendo soprattutto alle donne se il ginecologo ha segnalato presenza di nei e invitandole a controllare la parte genitale con uno specchietto per evidenziare eventuali cambiamenti. Sono sempre di più le donne che mi vengono inviate dal ginecologo ma anche dal senologo e dal radiologo, ad esempio, che si è accorto di una anomalia durante una mammografia.
Quando un neo deve preoccupare?
Quando ci si accorge che compare un neo all’improvviso o vediamo un cambiamento, nel senso che il neo si è modificato per forma e colore, occorre rapidamente prenotare una visita.
Come si riconosce un neo sospetto?
Con l’epiluminescenza, meglio conosciuta come la mappatura dei nei. Un esame non invasivo e assolutamente indolore. Si tratta di una ‘fotografia’ del neo o dei nei che il dermatologo ritiene più a rischio. L’epiluminescenza è una sorta di microscopio che permette di vedere caratteristiche dermatoscopiche del neo che ad occhio nudo non sono visibili. In questo modo possiamo individuare, ancora prima che ci sia una modificazione clinica visibile, se il neo ha già intrapreso una strada di degenerazione, magari tumorale, o se è un neo che deve essere rivalutato nel tempo.
Quando un neo sta degenerando che fare ?
In questo caso bisogna asportarlo chirurgicamente e procedere all’esame istologico. Generalmente l’asportazione si fa in ambulatorio o al massimo in day hospital, in anestesia locale. Sono necessari alcuni punti di sutura che andranno tolti dopo circa una settimana. Non ci sono grandi impedimenti per la propria quotidianità. E’ chiaro che molto dipende da dove si è intervenuti: un neo sotto il piede richiede per forza di stare fermi per almeno una settimana.
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