L’INI Città Bianca inaugura, in occasione dell’8 marzo, il suo “Percorso Donna”. Un centro di medicina di genere. La dottoressa Silvia D’Onofrio, responsabile dei centri senologici del Gruppo, spiega come si opererà al fianco delle donne.
Il cancro al seno è il tumore più frequente nella donna e la sua incidenza è particolarmente elevata nei paesi occidentali ad economia più avanzata. In Italia, secondo le statistiche, una donna su 9 si ammala di tumore alla mammella. Ogni anno, nel nostro Paese, si ammalano di tumore al seno circa 48 mila donne. Il trend di incidenza negli ultimi anni è stato in leggero aumento ma è diminuito in maniera significativa il tasso di mortalità.
Almeno fino all’arrivo della pandemia che ha paralizzato, in particolar modo nei primi mesi dello scorso anno, i programmi di screening.
La prevenzione e la diagnosi precoce, che permette di individuare il tumore in una fase iniziale, sono infatti le armi migliori per combattere questo nemico silenzioso. Ma l’avvento del Covid ha generato ritardi anche nei controlli periodici che sono altrettanto fondamentali per monitorare l’andamento della malattia ed intervenire tempestivamente.
In quest’ottica il Gruppo INI è sceso in campo al fianco delle donne, per dare una concreta risposta alla necessità di prevenzione e cura sul territorio. E oggi, in occasione della “Giornata internazionale della donna”, Città Bianca inaugura il suo “Percorso Donna”. Un centro di alta diagnostica dedicato a tutte le donne al quale poter accedere in completa sicurezza, in parti-cola modo in questa fase di emergenza sanitaria.
A parlare del “Percorso Donna” la dottoressa Silvia D’Onofrio, responsabile dei centri senologici del Gruppo INI. Originaria della provincia di Frosinone, dove è nata e ha vissuto fino agli anni del Liceo, la dottoressa D’Onofrio lascia trapelare la sua soddisfazione, come professionista e soprattutto come donna: «Sono orgogliosa ed anche un po’emozionata all’idea di tornare nella mia terra per seguire questo importante progetto. Avrò la possibilità di essere al fianco delle donne del mio territorio con un percorso interamente dedicato a loro.»
Dottoressa, come nasce il “Percorso Donna”?
«Da sempre il Gruppo INI ha rivolto particolare attenzione alla prevenzione in ambito senologico. Ma non volevamo fermarci solo a questo. Volevamo un percorso di medicina di genere, legato solo alle patologie femminili. Un centro al quale le donne potessero rivolgersi per ogni esigenza, dalla prevenzione alla cura. In questo difficile momento legato all’emergenza sanitaria, questa nostra esigenza è diventata per noi un imperativo. Le donne, nell’ultimo anno, hanno dovuto trascurare programmi di screening. I dati parlano di 400mila mammografie in meno nei primi cinque mesi del 2020 – la conseguenza è stata una riduzione delle diagnosi di duemila casi rispetto all’anno precedente. Il Covid ha avuto un effetto devastante sulle patologie oncologiche. Anche per questo abbiamo voluto accelerare i tempi riuscendo ad inaugurare il centro proprio oggi, in una data simbolica per ogni donna. Scoprire una patologia in fase precoce aumenta la percentuale di guarigione, permette un intervento meno demolitivo, terapie meno aggressive e aumenta la percentuale guarigione. Non è pensabile “rimandare” quando si parla di oncologia.»
Come si opera all’interno del “Percorso Donna”?
«Ci occuperemo di senologia ma anche di salute delle ossa, quindi di osteoporosi in meno-pausa. La probabilità di ammalarsi di osteoporosi aumenta con l’aumentare dell’età fino a colpire una donna su tre. Questa malattia è caratterizzata, sia da una riduzione della massa ossea, cioè della quantità dell’osso, che da un’alterazione della sua architettura, cioè della qualità. Ciò porta a una maggiore fragilità dell’osso e lo espone al rischio di fratture. Anche in questo caso la prevenzione è fonda-mentale. La diagnostica per immagini e i macchinari di ultima generazione in dotazione a Città Bianca permettono delle diagnosi mirate e precoci. La struttura, solo per fare un esempio, dispone di un mammografo con tecnologia digitale diretta con studio in tomosintesi che ci consente di vedere tumori piccolissimi attraverso lo studio in 3D che suddivide la mammella in strati di 1 mm. Ne consegue una diagnosi di tumore in fase precocissima, prima che la patologia possa dare disseminazione sistemica. A questo si aggiungono gli ecografi di ultima generazione, con sonde per lo studio della mammella. Inoltre, gli specialisti che eseguono questi esami sono radiologi dedicati principalmente alla senologia. In tema di osteoporosi, invece, la MOC ci consente di valutare la densità di massa ossea, un esame dedicato soprattutto alle donne nella fascia età premenopausale e menopausale.»
Sappiamo bene che chi ha queste patologie, soprattutto chi riceve una diagnosi di malattia oncologica, necessita non solo di cure cliniche ma anche di un supporto psicologico. Nel “Percorso Donna” vi occuperete anche di questo?
«Di pari passo con la cura della malattia a livello fisico. L’impatto con la patologia oncologica è devastante per ogni donna. È un uragano che arriva all’improvviso e sconvolge la vita. Dietro ogni paziente c’è una donna che deve accettare la malattia, c’è una mamma, una moglie, una figlia, una compagna che deve comunicarla alla sua fami-glia. L’aspetto psicologico è fondamentale per questo ci avvaliamo di professionisti della psi-concologia. Nulla deve essere la-sciato al caso. Scoprire presto la malattia ci salva, riuscire a trovare la forza per combatterla, ci salva due volte.»
Fonte: Ciociaria Oggi – Intervista: Roberta di Pucchio