«Il corpo umano – spiega Roberto Zappitelli, Fisioterapista, Coordinatore della Fisioterapia Ambulatoriale all’INI di Grottaferrata – è una “macchina” perfetta dove tutti gli ingranaggi lavorano in sinergia e comunicano scambievolmente.
Il corretto funzionamento di ogni ingranaggio assicura l’equilibrio psicofisico e, quindi, benessere. Se un ingranaggio smette di funzionare, per un trauma o per un forte stress, il corpo cerca di compensare questa disfunzione, definita osteopatica, provando ad ‘adattarsi’ e chiedendo a tutti gli ingranaggi un sovraccarico lavorativo. Con il tempo, è sempre più complesso mantenere inalterato l’equilibrio ottimale e così arrivano dolore e impedimenti funzionali. L’osteopatia, quindi, ripristina e migliora la salute di tutti i sistemi organici aiutando il paziente a ritrovare il proprio equilibrio».
Che cosa cura l’osteopatia?
Tante patologie. Ma occorre precisare che se ogni paziente è differente, allo stesso modo, non esiste una percezione del dolore uguale all’altra. A volte le disfunzioni osteopatiche generano sintomi distanti dalla effettiva natura del problema. Un forte dolore articolare al piede, ad esempio, può nascondere una cefalea. Un infortunio può farsi ‘sentire’ dopo anni. L’osteopatia, senza uso di farmaci, interviene sul corpo in modo da ripristinare la piena funzionalità dei sistemi organici, come quello nervoso, circolatorio, linfatico e biomeccanico. Un trattamento osteopatico è, quindi, consigliabile in caso di dolori articolari, sciatica, lombalgia, ansia, cefalee, colite, riniti, otiti, vertigini.
In cosa consiste una visita osteopatica?
È un processo di valutazione globale della persona: postura, stile di vita, traumi. Entrando nella storia clinica del paziente, dopo l’anamnesi, l’osteopata procede con l’esame obiettivo. Successivamente si ricercano le disfunzioni che potrebbero essere alla base del problema. Una disfunzione somatica si formula sulla diagnosi emersa dai criteri di palpazione T.A.R.T che l’osteopata è in grado di individuare ‘sentendo’ il corpo del paziente. La disfunzione somatica, di competenza esclusivamente osteopatica, ci tengo a precisare, è stata inserita nell’ ICD, lo standard di classificazione delle malattie, incidenti e cause di morte stilata dall’OMS.
Come avviene un trattamento osteopatico?
Tramite manipolazioni manuali strutturali, fasciali, cranio-sacrali e viscerali volte a ripristinare i processi di autoregolazione presenti nel nostro corpo.
È corretto dire che l’osteopata “sente” con le mani?
È più che corretto. L’osteopata valuta i tessuti corporei con le mani, ricercando le disfunzioni somatiche attraverso il “tocco” e la “palpazione”.
Che differenza c’è tra un osteopata e un fisioterapista?
L’osteopata non si sofferma solamente sulla zona da trattare ma considera il corpo nella sua totalità. Non utilizza macchinari ma si serve di un approccio manuale. Entrambi intervengono sul paziente su prescrizione medica.
Quali pazienti possono rivolgersi all’osteopata?
Le persone di tutte le età e con diverse esigenze, dal neonato all’anziano, alla persona con disabilità, allo sportivo.
Controindicazioni ad un trattamento osteopatico
Una solo controindicazione: le donne in gravidanza.
Il trattamento è doloroso?
L’osteopatia non è una tecnica ma un approccio valutativo. Le manipolazioni non sono dolorose, l’osteopata è attento ai sintomi e non procede con una tecnica se questa provoca disagio.
A che età si possono iniziare i trattamenti?
Il trattamento osteopatico può essere iniziato sin da subito anche nei bambini con pochi giorni di vita.
L’osteopata ricopre un importante ruolo anche in ambito preventivo?
L’osteopatia, è importante sottolinearlo, è soprattutto una medicina preventiva che ha come scopo di intervenire sul riequilibrio circolatorio, nervoso e muscolo-scheletrico.
L’osteopata collabora con altri specialisti?
Assolutamente sì, nell’osteopatia il gioco di squadra è importante. Spesso collaboro con medici, psicologi, odontoiatri ed in particolare con dietisti e nutrizionisti.
Perché è importante unire ai trattamenti una corretta alimentazione?
Un’alimentazione sana incide molto sul corretto funzionamento del corpo e sul nostro benessere fisico e mentale. Un’ alimentazione scorretta, al contrario, può creare o far peggiorare gli stati infiammatori e non solo a carico dell’apparato digerente. Nell’intestino risiedono più di centomila miliardi di microrganismi, la flora batterica intestinale. È stato dimostrato che il microbiota intestinale gioca un ruolo cruciale nella percezione del dolore. L’osteopata, il nutrizionista e il dietista, quindi, devono andare di pari passo per evitare di invalidare il trattamento.