OBIETTIVI DEL CORSO
L’obiettivo del corso è la conoscenza di una patologia chirurgica molto diffusa, i criteri di selezione e l’utilizzo adeguato dei mezzi diagnostici e riabilitativi.
DOCENTI
Dott. Francesco Bove / Dott. Gabriele Bove / Dott. Giorgio Bove / Dott.ssa Liudmila Chukanova / Dott.ssa Sonia Forte / Dott.ssa Claudia Marsecano / Dott. Giampiero Orsini / Dott. Vincenzo Sauli / Annarita Stati
Responsabili Scientifici
Dott. Gabriele Bove
Numero max partecipanti 50
Quota di partecipazione
Gratuito
Data evento
25 Gennaio 2020
SEDE
INI Canistro localiltà Cotardo (AQ)
Iscrizioni
06 9453 4700 – segreteria.corsi@gruppoini.it
INTRODUZIONE
La patologia artrosica dell’anca è una delle più frequenti patologie dei giorni nostri, causa di notevole invalidità, con importante disagio del cittadino ed alti costi per la società. L’incidenza di questa patologia è notevolmente aumentata in concomitanza con l’allungamento della vita e la sua importanza è diventata più rilevante in una società moderna, dinamica e sempre più esigente come quella odierna.
ANATOMIA
L’anatomia dell’anca è molto complessa così come pure la sua dinamica. L’anca è una enartrosi e partecipano alla sua costituzione due grandi strutture ossee quali la testa femorale e l’acetabolo. Numerose strutture muscolari partecipano alla costituzione dell’anca e possono essere classificate per funzione. I muscoli adduttori ed abduttori dell’anca, i flessori ed estensori, gli intra ed extra rotatori.
DEGENERAZIONE ARTICOLARE
La coxartrosi è una patologia degenerativa cronica che colpisce tutte le componenti articolari e si manifesta essenzialmente con dolore rigidità articolare e difficoltà alla deambulazione.
DIAGNOSTICA PER IMMAGINI
La radiografia, nella coxartrosi, presenta delle caratteristiche peculiari che sono: riduzione della rima articolare, sclerosi subcondrale, presenza di cisti geodi, ed infine osteofitosi.
MOC-ANALISI DEL PASSO
Il riassorbimento osseo vicino alla protesi d’anca può contribuire alla mobilizzazione dell’impianto protesico. In questo caso la densitometria ossea, oltre all’usuale controllo radiografico, può arrivare in soccorso dei chirurghi ortopedici interessati al controllo periodico della densità minerale ossea (BMD), consentendo agli operatori di valutare lo stato dell’osso e la stabilità dell’impianto protesico con dati ed informazioni precisi e riproducibili nel tempo.
CLINICA-COXARTROSI
Il dolore dell’anca è caratteristico, parte dall’anca con irradiazione fino a sopra il ginocchio, spesso è necessaria però una diagnosi differenziale con patologie chirurgiche come l’ernia inguinale o con altre patologie ortopediche come la lombosciatalgia e la lombocruralgia, talvolta anche con la gonartrosi. Di notevole ausilio ci è l’immagine radiografica.
MODELLI PROTESICI
L’intervento di protesi d’anca ha segnato, a metà del secolo scorso, un passo fondamentale, rivoluzionario nel campo ortopedico, introducendo sistemi tecnologici ben adattabili alla biologia dell’uomo e alla biomeccanica, contribuendo così al mantenimento dell’efficienza della macchina umana riferita all’apparato locomotore.
Nel campo dei biomateriali la ricerca sta studiando le diverse possibilità di accoppiamento per ridurre la quantità di detriti che costituiscono una delle principali cause di scollamento degli impianti.
INTERVENTO CHIRURGICO
La chirurgia protesica rappresenta un traguardo importante nella nostra società che ha permesso la riduzione dei problemi legati alla invalidità derivante da una artropatia cronica degenerativa dell’articolazione coxo-femorale.
L’intervento eseguito da un equipe specializzata si attua in diversi tempi; inizialmente abbiamo un planning pre-operatorio, per la decisione sul tipo di protesi da utilizzare e sulle eventuali difficoltà che possiamo incontrare durante l’intervento.
POST-OPERATORIO E FASE RIABILITATIVA
Il giorno dopo l’intervento si effettua una radiografia di controllo.
Il paziente ritorna quindi nel suo letto e mantenuto in posizione supina con arto inferiore operato, abdotto e modicamente flesso. Il giorno successivo all’intervento il paziente può essere verticalizzato e nei giorni successivi muovere i primi passi con l’ausilio di bastoni canadesi. Nel periodo riabilitativo è molto importante per il paziente riacquistare lo schema del passo e rinforzare le strutture muscolari, ciò avviene essenzialmente mediante la deambulazione corretta, che va curata in maniera ottimale dal fisioterapista, e successivamente mediante il salire e scendere le scale. Il periodo riabilitativo ha una durata variabile da paziente a paziente, ma è preferibile mantenere un appoggio su un bastone canadese almeno fino a tre mesi dall’interv