Tumori, il linfoma di Hodgkin si cura sempre con la radioterapia?
In questo tumore che colpisce il sistema linfatico la radioterapia è fondamentale. Con le tecniche attuali non sono irradiate le parti sane
“Ho 35 anni e mi è stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin al secondo stadio. La terapia consiste in otto sedute di chemioterapia e dieci di radioterapia. Ho terminato il ciclo di chemio con pochi disagi, ora devo affrontare la radioterapia. Vorrei sapere se nella cura di questo tumore la radio è fondamentale e se dieci sedute sono adeguate.”
Risponde Vittorio Donato, direttore scientifico Gruppo INI Roma
La radioterapia è un trattamento che viene effettuato perché inserito in protocolli clinici validati a livello internazionale e dopo risultati ottenuti e confermati in modo statisticamente corretto, anche dopo decenni. Oltre questa precisazione generale vi sono alcuni protocolli più stringenti e continuamente aggiornati in particolari campi, per esempio pediatrico ed ematologico. In altre parole, gli schemi della chemioterapia e della radioterapia sono gli stessi sia se li effettua a Cuneo oppure a Messina.
Trattamento fondamentale
In risposta alla sua domanda, la radioterapia è fondamentale così come la chemioterapia, perché parte indissolubile di un protocollo. Quando ho iniziato la mia professione, i protocolli prevedevano la radioterapia come trattamento fondamentale del linfoma di Hodgkin negli stadi iniziali, con ottimi risultati. Poi, giustamente, l’uso di questa cura si è ridotto sempre di più al fine di eliminare le complicanze che erano evidenti in relazione ai grandi volumi di trattamento e a una tecnica non confrontabile con quella attuale.
Preservate le parti sane
Dieci sedute non sono troppe o poche e non si preoccupi del rischio di alti dosaggi, perché la tecnica odierna permette di erogare la dose in determinati settori senza irradiare le parti sane. Anche a livello di conseguenze indesiderate, la dose prevista non dovrebbe presentare particolari complicanze. Il problema è che la radioterapia viene effettuata al termine di numerosi cicli di chemioterapia che hanno in qualche modo provato l’organismo: dovrà essere il radioterapista oncologo che effettuerà il trattamento a monitorare il paziente durante la cura.
Dal Corriere della Sera https://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/23_luglio_27/tumori-linfoma-hodgkin-radioterapia-fc73ca64-2b7c-11ee-be5d-f6dabb22dd0d.shtml